La Storia siamo noi, ma spesso non lo sappiamo

storytelling-squareQuante volte vi è capitato che qualcuno vi chiedesse informazioni sulla storia della vostra azienda? Non è mai successo? Bene, siete fortunati, vuol dire che le vostre attività e i vostri prodotti/servizi sono così radicati nelle menti dei vostri clienti che praticamente di voi sanno già tutto. Bravi davvero. A questo punto potete anche evitare di andare avanti nella lettura. Quello che scrivo non fa per voi, non perdete neppure un minuto del vostro tempo.

Se, invece, così non fosse allora perdeteli questi cinque minuti. Prima o poi verrà il giorno che mi ringrazierete.

Sempre più spesso chiunque di noi quando acquista un prodotto o un servizio cerca di farlo a ragion veduta. Qualunque cosa sia è sempre così.

Come è anche vero che l’elemento prezzo o la qualità non sono gli elementi che ci fa compiere una scelta oppure un’altra. Entrano in campo tanti altri fattori ed elementi di natura psicologica, affettiva, o di pregiudizio che neppure immaginiamo.

Vi faccio qualche esempio per spiegare meglio questo concetto.Ikea,_Wembley

Alzi la mano chi almeno una volta non è stato trascinato all’IKEA, giusto per fare un giro, e poi non è tornato a casa con qualcosa. Dalset di mestoli a 3,99 ai cuscini in 3×2 fino alle polpette con la salsa di mirtilli. Ebbene, giusto per farla breve, nei centri della catena svedese più famosa al mondo non si va per fare acquisti si fa per vivere un’esperienza. Segnatevi bene questa parola: esperienza.

Hamburger

Se ci capita di trascorrere una pausa pranzo in un McDonald’s il più delle volte non è una scelta alimentare consapevole del tipo: voglio fare una bella scorpacciata di alimenti non proprio salubri. Ci andiamo perché abbiamo la certezza che sarà una cosa veloce, rapida e a basso costo e, se c’è un bimbo con noi, probabilmente si porterà a casa anche un regalino. Anche questa è un’esperienza di consumo. Probabilmente se avessimo voluto fare in fretta avremmo avuto decine di altre opzioni, così pure per spendere poco. Quindi ci siamo fatti un’idea e convinti di quella siamo entrati nel fast food.

La verità è che tutti noi siamo portati ad ascoltare la musica e la melodia che ci piace sentire. Perciò vengo al punto.

Serve oppure no raccontare la storia della nostra azienda?

Se siamo convinti che non sia utile non c’è verso di cambiare idea, nemmeno se per farlo ve lo racconto parlando in aramaico, al pari di uno dei discepoli di Gesù Cristo.

Ecco allora che riprendo la parola di prima, esperienza.

Una volta che siamo certi di fare i prodotti e di erogare i servizi migliori del mondo ci manca solo una cosa il modo con cui lo raccontiamo. Attenzione ho usato il verbo raccontare. Non ho detto né pubblicizziamo e neppure informiamo.

Io vi propongo di fare una narrazione di esperienza.

Il racconto, proprio come si fa con un film, con un libro, con un blog oppure vis a vis di persona. Gli strumenti di comunicazione emozionale che oggi abbiamo a portata di mano, anche con poca spesa, possono essere di grande aiuto, ma non bastano. Bisogna sapere come si fa.

Ognuno di noi, anche da adulto, mantiene nel suo subconscio una componente d’infanzia. Esiste il nostro IO bambino che spesso, troppo spesso dimentichiamo di avere. Al nostro io bambino, come a tutti, piace ascoltare storie, così come quando eravamo piccoli ce le raccontavano i nonni o i genitori prima di farci addormentare.

In fondo perché abbiamo ancora bisogno di guardare un film, leggere un libro, ascoltare un’amica al telefono, fare una rimpatriata in pizzeria o guardare che cosa fanno i nostri amici sui social network? Perché ci nutriamo di storie. Non importa se siano belle o brutte, ci servono. In fondo gli umani sono animali sociali, a meno che scelgano di fare gli eremiti.

DivineComedyAllora perché un’impresa deve fare un racconto di se stessa? Perché se non lo fa direttamente e in prima persona, lo farà di sicuro qualcun altro, che piaccia o meno. È come se decidessimo di fare un viaggio, che abbiamo preparato da tempo, e poi saliamo sull’auto di un’altra persona che ha deciso: un’altra destinazione, un altro percorso e un altro obiettivo. Probabilmente un altro bel viaggio, ma non sarà il nostro. Non quello cui abbiamo lavorato con tanta passione e attenzione.

Partiamo intanto da un dato di fatto. Moltissime aziende praticano da tempo questa area della comunicazione. Si raccontano e lo fanno molto bene. Ci sono decine di casi di studio, da gruppi multinazionali a piccole imprese locali. Perciò sfatiamo il mito e la leggenda metropolitana secondo cui queste “son cose che possono fare solo le multinazionali che hanno tanti soldi da spendere”. Falso!

Oggi, se la tua è una micro, piccola e media impresa ha più bisogno di qualunque altra di farsi vedere, di accrescere la visibilità e di mostrare i propri tratti distintivi positivi. Fare la narrazione d’impresa aiuta a migliorare tutte queste cose e in più permette di interrogarsi sul percorso intrapreso. Facciamo anche qui qualche esempio. Dialoghi che mi capitano di frequente. “Sa noi siamo sui social, abbiamo la pagina Facebook, quella di Instagram e poi siamo su LinkedIN.”

“Bene” rispondo io “e come la gestite? Che cosa pubblicate? ma soprattutto fate affari oppure no?”

Nove volte su 10 la risposta è: “No, difficilmente facciamo affari, però abbiamo tanti like.”

Quando a fine mese ci sono da pagare: stipendi, fornitori, bollette e balzelli vari servono i soldi, quelli veri, non i like. Giusto? Ok.

Allora forse è arrivato il momento di ritornare alla realtà e alla concretezza. L’azienda che sa raccontare se stessa riesce ad avere un miglior focus sulle proprie attività, fa emergere con chiarezza il proprio tratto distintivo e gli elementi differenzianti che la rendono “unica”.

In uno scenario competitivo affollato e caotico chi troverà maggiore attenzione? Di sicuro quelli che sanno distinguersi e permettono di fare un’esperienza.

Mi fermo qui. Se pensate che queste cose che avete letto possono essere di aiuto anche a voi. Fateci un pensiero.

Scrivetemi o convocatemi anche soltanto per una chiacchierata di approfondimento. Verrò volentieri a trovarvi e senza alcun impegno da parte vostra, anzi dall’incontro con me porterete a casa informazioni preziose per la vostra comunicazione e il vostro stare sul mercato nell’anno 19 D.G., dopo google.

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