Cartellino rosso al cartellino. Dal nord-est un nuovo modello organizzativo.

L’organizzazione del lavoro, specialmente per chi svolge attività creative e libero professionali, è cambiata ormai da tempo. Niente orari fissi, né cartellini da timbrare. Il lavoro diventa una delle fasi della giornata, e talvolta non solo di quella. Per me è lo standard da quasi 30 anni. 

In questi giorni facendo le mie ricerche per trovare le storie di Maestrìa mi sono imbattuto nel caso dove il modello di flessibilità è stato introdotto in un’impresa manifatturiera.

Spostiamoci un momento nel nord est. Nello specifico vi portò ad Arba, Provincia di Pordenone. Un paese con poco più 1300 abitanti della Piana del fiume Tagliamento, che nei miei ricordi giovanili è legato alle esercitazioni militari quando indossavo le stellette e il cappello da bersagliere, ma questa è un altra storia.

Ad Arba c’è una azienda che conta 200 dipendenti, di cui 7 su 10 sono donne. È la GraphiStudio. La sua unica sede produttiva è localizzata nel piccolo centro friulano, mentre per la commercializzazione ci sono alcune sedi anche all’estero. Ma che cosa produce la Graphistudio? Qui si realizzano album per matrimoni o di ritratti fotografici.


I principali clienti sono i fotografi, cui basta inviare i propri file contenenti i servizi con gli scatti eseguiti per ricevere entro pochi giorni un libro fotografico, ben confezionato, da far avere ai protagonisti dei loro scatti, che li spettano con trepidante attesa. Come dicevo alla GraphiStudio lavorano prevalentemente donne. Spesso giovani che hanno bisogno di organizzare il proprio tempo e la propria vita anche al di fuori del lavoro. Cose che un tempo erano normali come voler fare dei figli, voler crescere professionalmente, studiare, prendersi cura di qualche familiare anziano. Insomma lavorare ed avere spazi reali per la propria vita.


Tullio Tramontina è il fondatore e l’amministratore di questa azienda. La sua teoria è riassumibile in queste poche parole: “Se lavori libero, lavori meglio e dai di più. Inoltre se si lavora in squadra gli obiettivi sono comuni e di tutti”

Questa azienda si basa su un modello organizzativo di totale  auto-organizzazione. Ognuno ha un suo impegno di responsabilità verso l’azienda e nei confronti dei colleghi. I sindacati? Non ci sono. La flessibilità è totale, dagli orari alle  mansioni. Ognuna delle lavoratrici fa il proprio, ma se e quando serve, si sposta facilmente di ruolo, sostituendo una collega o per fare fronte ad un picco di lavoro da soddisfare.

In questa azienda è impossibile che ci siano i furbetti del cartellino perché questo strumento non c’è più, ognuno segna le proprie ore e quelle si contano. Certo che come in tutti gli organismi complessi e umani i problemi ci sono anche qui, però fino ad oggi il modello pare funzionare molto bene. Da sempre nella SiliconValley si lavora così. Questo è un posto dove le persone vanno a fare delle cose che piacciono e per le quali trovano soddisfazione. Tale soddisfazione ovviamente arriva anche ai clienti che colgono le differenze e apprezzano questo modo di fare appassionato.

Insomma in questo pezzo di pianura friulana il modello GraphiStudio è diventato buona pratica, mentre tutti gli altri non hanno avuto bisogno di dimostrare la propria inadeguatezza perché le aziende hanno chiuso o stanno per farlo.

Garantire libertà e spirito creativo può essere un altro modo per valorizzare le competenze, il capitale umano e il saper fare. Quest’Italia, se ragiona così, ha qualche occasione in più per farcela.

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